Leggendo i soli totali della tabella 12, si potrebbe pensare ad un sistema equilibrato che forma ogni anno i professionisti del turismo, con dati in leggera crescita.

Purtroppo una analisi anche poco più accurata ci conferma il contrario.

Innanzi tutto i meno di 2.000 corsi per le professionalità del turismo formano circa 30.000 allievi, cioè molto meno degli ingressi lavorativi nel settore, come si vede dalla tabella 13.

Alcune realtà evidentemente formano un numero di qualificati adeguato ai bisogni, come ad esempio Bolzano e Trento, in altri casi lo squilibrio è oltraggioso: la piccola Valle d’Aosta forma gli stessi addetti alla ristorazione del Lazio e più di quelli della Puglia!

Guardando i raffronti tra le ultime annualità disponibili gli squilibri emergono ancora più vistosi.

Non trovo modo di interpretare i numeri dell’Abruzzo, della Campania, del Lazio, della Lombardia, della Toscana, del Veneto e, in maniera minore, di tutte le altre Regioni se non dovendo affermare che il numero di corsi per le professioni turistiche non è derivato, anno per anno, dai bisogni delle imprese e dalle aspirazioni dei giovani, bensì dalla capacità di spendere risorse e dalle proposte degli enti di formazione.

Come vedremo di seguito anche i dati sulle professionalità formate sono a dir poco disomogenei tra loro e parzialmente incoerenti rispetto alle richieste del mercato.