Da una panoramica sulle esperienze italiane, si possono distinguere cinque grandi tipologie di ludoteche: "(…)

  1. Ludoteche pubbliche, gestite direttamente dall’Ente Locale con proprio personale dipendente;
  2. Ludoteche pubbliche a gestione privata (privato sociale); godono di finanziamenti pubblici, Stato, Regioni, Comuni (attraverso questi anche dalla CEE) e sorgono generalmente su iniziativa di Cooperative ed Associazioni che propongono il servizio agli Enti Locali quando vengono individuati bisogni educativi sociali, di aggregazione e di prevenzione ben precisi;
  3. Ludoteche private; si autofinanziano con i servizi che offrono agli utenti. La definizione di ludoteca, in questo caso, sta un po’ stretta in quanto il gioco è un "diritto" sancito dalle Nazioni Unite e come tale non deve essere a pagamento. Offrono generalmente attività di animazione, laboratori e servizio di nursery. In questi ultimi temi, spinte dalle necessità di occasioni di lavoro, specialmente femminile, si stanno diffondendo rapidamente nonostante le difficoltà normative;
  4. Ludoteche scolastiche; ubicate all’interno di scuole sono, in realtà, dei laboratori a supporto dell’attività didattica anche se i giocattoli costruiti vengono poi dati in prestito agli alunni;
  5. Ludoteche di ospedale o cliniche pediatriche; sorgono con lo scopo di alleviare la tensione creata dalla sofferenza fisica e psicologica. Viene generalmente coinvolto anche il personale medico e paramedico.
Questa è una classificazione per tipo di gestione e finanziamento. Quella per funzioni è molto difficile da effettuare in quanto ogni ludoteca, proprio per poter rispondere alle richieste dell’utenza, ha caratteristiche e strutture originali (...). La ludoteca considerata nel complesso delle sue possibilità di intervento, è un servizio molto articolato che può essere delineato solamente come modello ideale al quale far riferimento per la progettazione delle strutture che si vanno ad aprire e che dovranno essere adeguate alle necessità territoriali" ( Bartolucci-Bartoli ).

Tendenzialmente quindi, la maggior parte degli intervistati individua due tipologie di ludoteca, quella per bambini e quella per adulti; la tendenza attuale sembra caratterizzarsi, per il primo tipo, per la permanenza di strutture pubbliche, mentre per il secondo tipo si tratta quasi esclusivamente di strutture private.

Un’ipotesi che potrebbe essere formulata tuttavia, è che un’evoluzione possibile delle ludoteche per bambini potrebbe essere quella dell’intrattenimento serale degli adulti, dell’utilizzo cioè del medesimo luogo fisico per fasce orarie ed utenze differenti.

Altra questione, è quella relativa all’utilizzo contemporaneo della ludoteca da parte di adulti (genitori) e figli: qui i pareri degli interpellati si dividono nettamente e rimandano alle implicanze pedagogiche degli approcci utilizzati.

Un quesito direttamente collegato a queste considerazioni era quello relativo ai bisogni sociali cui le ludoteche debbono rispondere, distinguendo tra contesti sociali ed urbani differenti, quartieri di diversa composizione socio-culturale, etc.

L’impressione è che le opinioni degli interpellati ruotino intorno a due macro-insiemi di significati distinti ma tra loro complementari:

Le implicanze soprattutto del secondo modo di interpretare la "missione" delle ludoteche sull’organizzazione e sulla dotazione stessa (di spazi, di risorse, ecc.) delle ludoteche appaiono del tutto evidenti. Come altrettanto evidente e ricorrente appare il motivo che lega a doppio filo il ruolo delle ludoteche alla prassi sempre più diffusa del lavoro di ambedue i genitori, circostanza che toglie spazio e tempo alla cura dei figli e che impone con forza l’emergere del "bisogno-ludoteche" nella sua dimensione di problema sociale.

Una volta risolto il problema sociale (il cosiddetto "parcheggio sicuro" dei figli), avvertono molti degli interpellati, resta peraltro irrisolto il problema pedagogico e dello sviluppo affettivo del bambino, cui nessuna ludoteca può comunque restituire il rapporto con la famiglia ed anche con il gioco all’interno della famiglia.

A meno di non candidare le ludoteche, come pure qualcuno fa riferendosi alle situazioni sociali più deprivate ed a rischio, alla copertura di un ruolo ancora più impegnativo, che sconfina quasi nell’assistenza e nella prevenzione dell’emarginazione grave.

E’ proprio tale possibile "forzatura" del ruolo delle ludoteche, insieme anche ad altri fattori, a porre in evidenza il problema della natura giuridica del servizio ludotecario, ed a far emergere l’interrogativo se strutture deputate a tali compiti possano anche non essere pubbliche, non organicamente raccordate con altri soggetti pubblici del territorio.

Due sono le evidenze principali:

A ben guardare, nelle valutazioni degli intervistati è talvolta presente con forza anche l’elemento di contrapposizione tra l’essere ed il dover essere del servizio ludotecario: se da una parte abbiano il prevedibile sviluppo della prospettiva privata, d’altra parte la natura di questo servizio dovrebbe tuttavia, per una propria vocazione intrinseca e tanto più in quanto risponde ad esigenze sociali, essere pubblica.

Potrebbe in altri termini accadere al servizio ludotecario quello che, mutatis mutandis, è accaduto nel tempo ad un altro importante servizio sociale, quello dell’orientamento, un altro settore in cui l’iniziativa del privato (per lo più sociale) ha finito quasi per soppiantare quella pubblica, determinando il problema del rapporto, del coordinamento reciproco tra pubblico e privato.

Lo sviluppo quantitativo delle ludoteche private appare tuttavia, più che un trend, una prospettiva densa di interesse e di possibilità occupazionali, sulle quali non è sostanzialmente possibile effettuare stime, semplicemente perchè il corso del futuro potrà essere determinato dall’iniziativa imprenditoriale e dalla capacità dello Stato e soprattutto delle Regioni di indirizzarla e sostenerla.

Pochi tra gli interpellati hanno voluto sbilanciarsi nella quantificazione di previsioni di sviluppo occupazionale, anche se le opinioni raccolte sono di segno sostanzialmente positivo. La crescita prevista riguarda quasi essenzialmente il settore privato, anche se decisivo al riguardo, come meglio vedremo in seguito, potrà risultare il sostegno da parte delle Regioni e del pubblico in senso lato.

Lo start-up delle nuove ludoteche infatti, in mancanza di un sostegno da parte dei Comuni almeno nella concessione gratuita di locali, appare sempre problematico ed in generale non appare in grado di porsi come prospettiva possibile al di fuori di una legislazione organica di sostegno.


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