Il LOGO è stato sviluppato, nei primi anni ' 70, da Papert e Marvin Minsky presso il Laboratorio di Intelligenza Artificiale del MIT.

L'idea era quella di sviluppare un linguaggio di programmazione da usare per fini didattici nella formazione primaria ed anche per il recupero dei bambini handicappati o con particolari problemi di apprendimento.

Doveva dunque essere di facile comprensibilità e semplice da imparare.

A tale scopo i due programmatori crearono un linguaggio molto accessibile, espresso nella lingua nazionale e di immediata esecuzione, che per programmare usava delle "procedure". Ad esempio: se devo disegnare un albero, posso prima scrivere un programma che disegni il tronco, poi un altro che disegna i rami, quindi un altro che disegna le foglie. Alla fine, scriverò un programma in cui saranno contenuti i nomi dei programmi già memorizzati, per cui avrò il risultato totale.

Questo modo di procedere contiene i principi della programmazione: si arriva ad un risultato scomponendo il problema nelle varie fasi, le si risolve e si consegue il risultato finale. Se il risultato mostrerà dei difetti, bisognerà rivedere i vari passaggi, trovare l'errore ed eliminarlo.

È in questo modo di procedere che sta la valenza educativa del LOGO: poiché i comandi sono semplici e facili, tutta l'attenzione del bambino va all'ideazione del programma.

L'obiettivo principale del LOGO non era di insegnare a programmare ma di insegnare ai bambini ad imparare. Il procedere per errori spinge i bambini a chiedere le spiegazioni e non a subire gli insegnamenti.

I bambini devono prendere il LOGO come un gioco e, se insegnato in modo corretto, aiuta il bambino a riflettere su ciò che fa, sugli errori che inevitabilmente commette, sulla possibilità di usare tali errori come alleati e non come nemici e sulle tante possibilità che ci sono per risolvere un unico problema.