Il gioco interattivo o sociale compare fra i tre e i sei anni. I passaggi dal gioco simbolico individuale a quello sociale o sociodrammatico, in cui vengono "interpretati" personaggi riconoscibili e situazioni di vita reale, diventano sempre più frequenti. Il gioco sociodrammatico permette ai bambini di provare ruoli diversi e di organizzare il gioco secondo una sequenza strutturata, applicando quello che vi hanno imparato alle esigenze cognitive e sociale della vita quotidiana.

Si tratta di uno dei più complessi generi di gioco dell'infanzia, poiché, probabilmente, comprende la maggior parte, se non tutte, le risorse a disposizione del bambino e le integra in un insieme.

Una componente importante del gioco sociodrammatico è la intercoordinazione: il bambino deve saper costruire e mantenere la stessa struttura di fantasia del compagno di giochi.

Edith Cobb (1977) ha descritto questo periodo di presenza crescente del gioco sociale come l'età in cui il bambino può rifugiarsi fra le quinte del mondo circostante e trasformare se stesso in un "teatro percettivo" nel quale è "ad un tempo impresario, autore e protagonista". Altre componenti essenziali del gioco sociodrammatico sono la metacomunicazione e il role playing, due ulteriori strumenti che segnano il passaggio da un gioco solitario ed egocentrico ad uno sociale ed interattivo.