Da tempo sosteniamo che il sistema della formazione necessiti di una riforma profonda ma soprattutto di più risorse.

O si trovano nuove risorse pubbliche (probabilmente regionali) e private (parzialmente favorite da sgravi fiscali) o tutte le riforme in atto si areneranno come sembra arenata la riforma dell'apprendistato in questo inizio del 2002.

Eppure le condizioni per il cambiamento ci sarebbero tutte: addirittura, secondo una recentissima indagine ISFOL-ABACUS, il 62% dei lavoratori si dichiara disponibile a partecipare ai costi della sua formazione e il 65% è disponibile a fare formazione fuori dal proprio orario di lavoro.

Infatti ben l'88% dei lavoratori crede che la formazione debba essere continua e non solo circoscritta ad un momento specifico della sua vita lavorativa.

Da ultimo la specificità del segmento turistico: contrariamente a quanto si potrebbe pensare il settore del commercio e turismo, secondo la stessa indagine, vede il 26% dei lavoratori dichiarare di avere svolto una qualche azione formativa nell'ultimo triennio.

Il dato è superiore a quello dell'industria, anche se di poco e inferiore solo ai servizi.

Segno di una innovatività e disponibilità al cambiamento assolutamente da non sottovalutare.